home

Popolo 'e tammurriata | danzare insieme | festa della musica | ci giudava la passione | altri progetti | news

 

 

 

 

 

vai al sito ufficiale

 

 

Festa della Musica 2010
19 giugno 2010
Parco Archeologico di Elea Velia

 

Per info: 328 8596778

vai all'evento su Facebook

 

IL SITO ARCHEOLOGICO

IL PROGRAMMA

I GRUPPI

GLI ESPOSITORI

LA CARTELLA STAMPA

LE FOTO

 

 

         
IL PARCO ARCHEOLOGICO DI  ELEA  - VELIA

 

L’antica città di Elea, che deriva il suo nome dalla sorgente locale Yele,  fu fondata  intorno al 540 a.C. da un gruppo di esuli provenienti dalla città greca di Focea, nell’attuale Turchia, occupata dai Persiani. Città fiorente,  nel corso del V secolo a.C. Elea diede i natali a Parmenide e Zenone, a cui si attribuiscono la fondazione  della famosa scuola filosofica eleatica e lo sviluppo delle scienze mediche e matematiche.
Grazie alle sue  buone leggi, Elea fu l’unica colonia della Magna Grecia , con Neapolis, che resistette alle pressioni dei Lucani, gente italica di stirpe sannitica che nel corso del IV sec. a.C. estesero la loro dominazione a tutta la Magna Grecia.
Ancora molto vivace nel pieno ellenismo e nei primi secoli dell’impero romano, la città cadde poi in un lento declino, soprattutto a causa del progressivo insediamento dei  suoi porti, per cui lentamente si perse anche la memoria della sua collocazione geografica.
La città antica è immersa in  una vasta area di macchia mediterranea e di rigogliosi uliveti costituendo uno splendido connubio tra archeologia e natura. Per questo motivo, con la l. regionale n.5 del 8.02.05, è stato istituito il Parco Archeologico di Velia  che ha potuto usufruire di cospicue risorse con fondi nazionali ed europei che hanno permesso la ripresa della ricerca archeologica affiancata dal restauro dei principali monumenti.  Il percorso di visita, dotato di pannelli didattici, comincia dalla città bassa, dove gran parte degli edifici  risalgono all’età ellenistica e romana. Il vialetto d’ingresso costeggia  la cinta muraria, lunga  5 km.,  che costruita  già nel VI sec a.C., acquista la sua attuale fisionomia con la costruzione di circa 30 torri soltanto alla fine del IV sec a.C. per contenere l’avanzata dei Lucani. Davanti alle mura c’è   una necropoli di età imperiale (I –II sec. d.C.) di cui sono visibili sepolture individuali e recinti funerari all’interno dei quali si raccoglievano diverse deposizioni. L’accesso vero e proprio alla città avviene attraverso Porta Marina Sud che è protetta da una torre quadrangolare di cui è possibile distinguere due fasi costruttive: la prima della prima metà del V sec. a.C. riconoscibile dai blocchi parallelepipedi di arenaria posti nella parte bassa, la seconda, databile al III sec.a.C., per cui sono stati usati blocchi in conglomerato. Percorrendo via di Porta Marina,   a destra si può vedere un edificio pubblico,costituito da un criptoportico a tre bracci, databile all’età età augustea (31 a.C. – 14d.C. con rifacimenti nel corso del II sec.d.C. che è stato variamente interpretato come palestra, scuola medica  o come un sacello del culto imperiale visto il ritrovamento di  numerose  erme e  statue  dedicate a medici locali e di  teste ritratto   della famiglia imperiale.   L’isolato a sinistra di Porta Marina ha, invece,  un carattere abitativo e commerciale ed è costituita da almeno quattro case di età imperiale costituite da un vano centrale, con vasca per la raccolta delle acque, su cui si aprono gli altri ambienti.. Svoltando a destra si prosegue verso la Masseria Cobellis   dove è venuta alla luce un raffinato  edificio di carattere pubblico di età medio-imperiale  contraddistinto da un impianto scenografico, su due livelli, e da un’accurata ricerca delle simmetrie. Lungo l’asse centrale dell’edificio, infatti, si disponevano un ninfeo e una vasca  delimitate da rampe di scale  in laterizio e rivestite con lastre marmoree parzialmente conservate.
Ritornando  verso Porta marina   si costeggiano due isolati di età ellenistica e  tardo – imperiale e si arriva al Pozzo Sacro, di età ellenistica,  forse dedicato ad Ermes come fanno pensare le lettere  greche eta – rho incise su uno sperone roccioso.  Percorrendo la via di Porta Rosa,  possiamo visitare le  Terme Adrianee (II sec. d.C.) dove sono visibili vari ambienti del calidarium e la sala del frigidarium, decorata da uno splendido mosaico con tessere in bianco e nere che raffigurano animali e mostri marini. Continuando la salita a destra troviamo, invece, la cosiddetta “agorà” di recente interpretata come un santuario dedicato ad Asclepio, divinità medica e guaritrice, che si distribuisce su almeno tre livelli di cui quello inferiore presenta un ampio corpo rettangolare, circondato su tre lati da un porticato e decorato all’ingresso con una fontana. L’edificio pubblico, datato al II sec. a.C., usufruiva l’acqua della sorgente Hyele che troviamo più in alto, dove in età ellenistica viene costruito un complesso termale  di cui si conservano un ambiente riscaldato in cui sono visibili i sistemi di conduzione del vapore, un’ampia vasca di forma rettangolare per il bagno caldo e un vano per piccole vasche di terracotta,  destinate al bagno individuale in posizione seduta. La via di porta Rosa arriva in una grande gola che permetteva il passaggio verso il Quartiere meridionale  non  ancora esplorato. Ci troviamo in un vero e proprio valico artificiale dove  negli anni ’60  Mario Napoli ha trovato la  Porta Rosa, splendido esempio dell’utilizzo dell’arco  da parte dei Greci. Salendo verso l’Acropoli, troviamo il più antico abitato di Velia( VI sec. a. C.), di cui sono visibili i resti di abitazione allineate lungo una strada, abbandonato ed obliterato nel V sec. per permettere di costruire edifici pubblici, civili e religiosi.   Di essi sull’acropoli sono parzialmente conservati  un teatro, costruito in età romana sui resti di un altro più antico, un tempio, di cui sono sconosciute la datazione e la divinità a cui era dedicato, e un edificio con fronte porticata funzionale alle esigenze religiose. Gli edifici dell’acropoli sono stati danneggiati nel medioevo quando viene costruito un castello. Di questo periodo si conservano la Torre angioina, resti di mura e due chiese, la cappella Palatina e la chiesa di Santa Maria,  che ospitano dei piccoli ma esaurienti antiquaria. Partendo dall’acropoli    è possibile seguire un suggestivo itinerario che si sviluppa lungo il crinale della collina permettendo di visitare piccole aree sacre con edifici di età ellenistica e tratti della coeva cinta muraria.